Massimo Costa

Prima è stato il supermanager del trionfo di Expo 2015poi è diventato il primo Mayor of Milan di area Pd rieletto al primo turno con percentuali bulgare. Il volto moderato e un po’ bauscia della sinistra chic, con un’immagine perfetta per collecti consensi dalla sinistra arcobaleno agli emprendrei che una volta avevano la tessera di Forza Italia. Beppe Salada qualche settimana, è però diventato inaspettatamente il primo sponsor di Luigi Di Maio: lo ha appoggiato nella rottura dal Movimento Cinquestelle, ne ha appreciated il stestengo al governo Draghi fino alla morte e – dulcis in fundo – ora lavora alla composizione della sua nuova lista per le elezioni politiche. Una inversione au con doppia linea continua. Ma come: solo quattro anni fa Beppe Sala tuonava così contro l’allora ministro M5S Di Maio, favorevole alle chiusure domenicali dei negozi: “Lo facessero ad Avellino, qui a Milano non ci rompano le palle”. Beginning, minutes of applause.

Then, with the escape of Gigino and the fall of SuperMario, the rapprochement between Sala and Di Maio is complete. I due si sono visti New York, poi a Milano e Verona. After a day Enrico Letto ha convocato entrambi per tessere l’alleanza. And now Mister Expo will now have the task of recruiting some “civic profiles” to insert into Gigino’s list. Says Sala: “Many mayors were elected with votes that referred to the civic list, people who felt left-wing, but for a thousand motives they did not want to vote Pd.” Possono portare questi contributi”. Attention: the mayor swears that he will not buy Milan for the new container of “Insieme for the future”, but he will “give a hand” because “it is a young list that will be established in a few days”. Per carità, Di Maio is surely more able than all his ex-companies Cinquestel.

Ma perché il Mayor of Milan – the economic capital that has finally rialzato la testa dopo la mannaia del Covid – deve impantanarsi nella palude romana di trattativo, listini, citate, candidature di un partytino nascente? In passato il nome di Sala è circolato più volte per un ministero di pesoe qualcuno lo voleva come dello Stato per incarichi nazionali (eg esempio per la guida di una hypotetica superholding delle telecomunicazioni). Qualche grande come Matteo Renzi ha pensato a lui even per Palazzo Kiji: “Vedrei bene Sala premier…”. Anche ieri il ministro Pd Andrea Orlando definition of Sala “una resource importantissima”. Ma non sarà questa l’ezione cui Mister Expo sbarcherà nella contesa nazionale, e così ci lascia quest’ immagine un po’ amara di un mayor di Milano reduced to the role of assistant (per non dire batante) di uno dei protagonisti della grande amucchiata del nuovo centrino. La linea di Sala, sulle allianze, è chiara: no ai grillinisi a un raggruppamento ampio contro il centrodestra: “Non è il momento dei veti ma di collecti quanti più possibili intorno a un’idea progressista, popolare, di centrosinistra”. Eppure, a quanto pare, il Pd lombardo is going in the opposite direction, visto che i Lettiani stanno lavorando per le regionali 2023 al rinnovo dell’aleanza con M5S. “Non in nome mio” ribatte Sala. Another problem is Enrico Letto.

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